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«Ero studente e mi servivano un paio di scarpe, così me le sono costruite da solo»

A Fano l’artigiano «slow» a impatto zero

Nel suo laboratorio ha abolito macchinari, colle e vernici. La sua bolletta dell’energia elettrica è di 15 euro al mese

FANO – Entrando nella bottega di Andrea si avverte un profumo di bosco, di abeti e di querce, ma non siamo in alta montagna, siamo a Fano, in provincia di Pesaro e Urbino. E Andrea non spacca legna, lavora il cuoio. Lo fa da dieci anni e nel suo laboratorio ha abolito macchinari, energia elettrica, colle e vernici. In Italia è forse l’unico «artigiano a impatto zero». Usa scavini, punteruoli e aghi passacorda fatti a mano, che spesso si costruisce lui, modella pelle conciata con colori vegetali (i tannini delle piante) e assembla con colle fatte di amido e acqua. L’attrezzo più moderno che possiede è un torchio dell’800, recuperato in un mercatino in Francia. Nel suo laboratorio, in pieno centro città, il tempo si ferma. Gli unici ritrovati tecnologici sono lampadine a basso consumo e un computer per navigare su Internet e aggiornare il sito (www.folets.com). La bolletta dell’energia elettrica arriva a 15 euro al mese.

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–> http://www.corriere.it/gallery/Cronache/2008/03_Marzo/andrea/1/thumb_4foto.html <!–


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«SLOW JOB» – Siciliano d’origine, Andrea, 34 anni, ha sposato la filosofia dello «slow job», durante gli studi universitari in Sociologia, Filosofia e Fondamenti per la Fisica. «Ero studente e mi servivano un paio di scarpe, così me le sono costruite da solo. In quel momento ho capito che dovevo fare un lavoro che attivasse l’intelligenza della mano». Per lui l’attrezzo è il prolungamento del suo corpo, non gli serve altro per creare borse, sandali, album, valigie e oggetti di design. Che marchi di pelletteria di lusso, come Dondup e Archivio privato si contendono. «Ho fatto anche dei lavori per stilisti dell’alta moda, ma spesso mi trovo a rifiutare, perché non riesco a garantire le quantità richieste, il mio non è un lavoro fatto in serie e mai lo sarà. Io non faccio filosofia, ma vivo la mia filosofia, le mie idee». Convinto della sua scelta di vita, l’artigiano a impatto zero, non cede alle lusinghe del mercato globale e del consumismo. Romanticamente si alza alle 6,30 e raggiunge il suo laboratorio dalla casa di campagna, in bicicletta o a piedi. Trascorre molto tempo in silenzio, a leggere o a guardare scampoli di cuoio. «Ogni pelle ha la sua forma e la sua natura, bisogna seguire le nervature e farsi ispirare da queste. Infatti nessun oggetto è uguale all’altro, e i miei clienti lo sanno. Io reinterpreto le loro richieste».

ARTISAN DESIGNER– Andrea si definisce un artisan designer, anche se questa figura in Italia non esiste. «È difficile inquadrarmi fiscalmente, mentre in Francia la mia è una figura tutelata dalla legge. Mi considerano una media impresa, ma non sono di fatto una media impresa. Non ho operai con me e, nonostante le richieste di tirocinio, soprattutto di ragazzi giapponesi, devo rinunciare agli apprendisti, per questioni burocratiche». L’unica piccola stagista della bottega è la figlia Isotta, che va ancora all’asilo, ma ha già un tavolo da lavoro e attrezzi in miniatura creati dal papà per lei. «Me l’ha chiesto come regalo per i suoi tre anni e lo abbiamo costruito insieme». L’arte del cuoio è di famiglia. Andrea, da piccolo, andava a curiosare nella bottega di un vecchio artigiano del Siracusano. Fu lui a regalargli il primo scampolo di cuoio. E il piccolo ne fece un paio di babbucce. Le sue scarpe, oggi, sono inimitabili, hanno l’odore delle querce e degli abeti e non cedono alla velocità dei nostri tempi. http://www.corriere.it

stavolta siete autorizzati a prendervela con Marinz che mi ha suggerito di postarlo….tra poco metto un numero verde per le richieste..;PPP

8 commenti su “

  1. le voglio ,vorrei un paio delle sue scarpe:)))

  2. hm

    i suoi ritmi
    la sua vita
    uguale-uguale a me

    scelte

  3. Ma sono di quelle scarpe che le paghi con 3 anni di stipendio???? ;-)))))))

  4. Che bello sarebbe… ritornare a vivere slow!

  5. C’è un falegname nel salernitano se nn erro che aveva le attrezzature per la lavorazione del legno tutte a mano … l’energia elettrica nel suo laboratorio nn c’è l’aveva perchè costava troppo portarcela.
    Ciao :o)

  6. fantastico
    è la vita che ho sempre sognato
    ma io con le mie cianfrusaglie non ci potrei vivere

    bello sapere che esiste gente così … vien voglia di andarlo a trovare 🙂

  7. un bacioabbracciato buon inizio settimana
    monì

  8. ero studentessa e mi serviva un 18.
    mi son fatta da sola un professore.

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